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L’ex assessore regionale e consigliere di Forza Italia, Mauro Febbo, è stato rinviato a giudizio dal Gup del Tribunale di Chieti, Maurizio Sacco, con l’accusa di violazione delle norme sul finanziamento ai partiti. La prima udienza è fissata per il 17 marzo 2026 davanti al Tribunale collegiale.
Il procedimento trae origine dall’inchiesta della Procura di Pescara, che coinvolge altre dieci persone e riguarda il project financing per la gestione dei servizi di radioterapia del policlinico di Chieti. Secondo l’accusa, tra il 2019 e il 2021 Febbo avrebbe ricevuto 15 mila euro dall’imprenditore Vincenzo Marinelli, poi deceduto.
Il pm Giancarlo Ciani, nell’udienza di oggi, aveva chiesto il proscioglimento per il reato di corruzione – posizione archiviata dopo ulteriori accertamenti – e il rinvio a giudizio solo per l’ipotesi di finanziamento illecito.
In una nota, Febbo ha dichiarato:
“Prendo atto della decisione del Gup. È caduta l’accusa più grave, quella di corruzione, che era infamante per me e la comunità che mi ha sempre sostenuto. Ora affronterò con serenità anche quest’ultima contestazione, certa della mia estraneità”.
L’ex assessore ha ribadito che la presunta erogazione irregolare di fondi riguarderebbe un unico episodio, legato alla campagna elettorale per le Comunali di Chieti del 2020. “Ho sempre agito – ha aggiunto – con trasparenza, onestà e nell’interesse pubblico. Sono fiducioso sull’esito positivo del processo”.
Il procedimento trae origine dall’inchiesta della Procura di Pescara, che coinvolge altre dieci persone e riguarda il project financing per la gestione dei servizi di radioterapia del policlinico di Chieti. Secondo l’accusa, tra il 2019 e il 2021 Febbo avrebbe ricevuto 15 mila euro dall’imprenditore Vincenzo Marinelli, poi deceduto.
Il pm Giancarlo Ciani, nell’udienza di oggi, aveva chiesto il proscioglimento per il reato di corruzione – posizione archiviata dopo ulteriori accertamenti – e il rinvio a giudizio solo per l’ipotesi di finanziamento illecito.
In una nota, Febbo ha dichiarato:
“Prendo atto della decisione del Gup. È caduta l’accusa più grave, quella di corruzione, che era infamante per me e la comunità che mi ha sempre sostenuto. Ora affronterò con serenità anche quest’ultima contestazione, certa della mia estraneità”.
L’ex assessore ha ribadito che la presunta erogazione irregolare di fondi riguarderebbe un unico episodio, legato alla campagna elettorale per le Comunali di Chieti del 2020. “Ho sempre agito – ha aggiunto – con trasparenza, onestà e nell’interesse pubblico. Sono fiducioso sull’esito positivo del processo”.