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L’AQUILA – In Abruzzo oltre un terzo degli edifici scolastici non è in regola con le certificazioni di sicurezza. Su 1.057 istituti, ben 342 risultano privi della documentazione obbligatoria: il 32,4%. A rilevarlo è il dossier Edilizia scolastica di Tuttoscuola, elaborato sui dati 2023-2024 del Portale unico del ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim).
Il quadro appare particolarmente critico nel capoluogo regionale, dove circa 4.000 studenti continuano a frequentare i MUSP, i moduli provvisori installati dopo il terremoto del 2009 e ormai divenuti permanenti.
Il Comitato Scuole Sicure denuncia una contraddizione evidente: «L’Aquila si prepara a essere Capitale Italiana della Cultura 2026, ma come si può parlare di cultura senza scuole sicure?».
Le criticità non si fermano alla mancanza di certificazioni. All’inizio del 2025 il Comune aveva affidato incarichi per verifiche di vulnerabilità sismica su diversi plessi, ma i risultati delle perizie non sono stati ancora diffusi. Nel frattempo, i genitori chiedono trasparenza e un calendario certo: «Non servono slogan, ma un progetto concreto che superi definitivamente l’epoca dei prefabbricati».
Nonostante i fondi destinati a eventi culturali e manifestazioni, la ricostruzione scolastica procede con ritardi e rinvii. Nei documenti comunali, le date di fine lavori slittano da un aggiornamento all’altro senza spiegazioni puntuali alla cittadinanza.
Un ritardo che rischia di compromettere l’immagine della città proprio mentre si avvicina l’appuntamento con la Capitale Italiana della Cultura 2026.
Il quadro appare particolarmente critico nel capoluogo regionale, dove circa 4.000 studenti continuano a frequentare i MUSP, i moduli provvisori installati dopo il terremoto del 2009 e ormai divenuti permanenti.
Il Comitato Scuole Sicure denuncia una contraddizione evidente: «L’Aquila si prepara a essere Capitale Italiana della Cultura 2026, ma come si può parlare di cultura senza scuole sicure?».
Le criticità non si fermano alla mancanza di certificazioni. All’inizio del 2025 il Comune aveva affidato incarichi per verifiche di vulnerabilità sismica su diversi plessi, ma i risultati delle perizie non sono stati ancora diffusi. Nel frattempo, i genitori chiedono trasparenza e un calendario certo: «Non servono slogan, ma un progetto concreto che superi definitivamente l’epoca dei prefabbricati».
Nonostante i fondi destinati a eventi culturali e manifestazioni, la ricostruzione scolastica procede con ritardi e rinvii. Nei documenti comunali, le date di fine lavori slittano da un aggiornamento all’altro senza spiegazioni puntuali alla cittadinanza.
Un ritardo che rischia di compromettere l’immagine della città proprio mentre si avvicina l’appuntamento con la Capitale Italiana della Cultura 2026.