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SULMONA. Aveva cercato di eludere un controllo delle forze dell’ordine spacciandosi per il proprio fratello, nel tentativo di evitare conseguenze legate a una serie di violazioni gravi, commesse durante un periodo particolarmente critico della pandemia. I fatti risalgono al 17 febbraio 2021, in piena emergenza sanitaria da Covid-19, quando l’intera nazione era soggetta a rigide restrizioni imposte dalla cosiddetta “zona rossa”.
Il protagonista della vicenda è un uomo di 37 anni residente a Sulmona, che si era allontanato dalla propria abitazione senza alcuna giustificazione valida, contravvenendo così alle misure restrittive in vigore in quel momento per limitare la diffusione del contagio. Non solo: secondo quanto ricostruito dall’accusa, l’uomo stava anche circolando alla guida di un’automobile pur non essendo in possesso della patente, che gli era stata precedentemente revocata.
Fermato per un controllo di routine da una pattuglia della polizia stradale a Pratola Peligna, il 37enne aveva tentato di aggirare i controlli fornendo false generalità agli agenti, dichiarando di essere suo fratello. Una manovra che però non è sfuggita agli inquirenti, i quali hanno poi ricostruito l’identità reale del conducente, facendo scattare le conseguenti indagini e l’azione giudiziaria.
Il processo si è concluso con la condanna dell’imputato a un anno e sei mesi di reclusione. La sentenza, emessa dalla giudice Francesca Pinacchio, ha riconosciuto la responsabilità dell’uomo per i reati di sostituzione di persona e violazione delle normative anti-contagio, ritenendo la condotta particolarmente grave alla luce del contesto emergenziale in cui è maturata.
Si tratta di un episodio che mette in evidenza come, anche nei momenti più delicati per la collettività, non siano mancati tentativi di eludere le regole, mettendo a rischio la sicurezza pubblica e compromettendo gli sforzi collettivi di contenimento del virus.
Il protagonista della vicenda è un uomo di 37 anni residente a Sulmona, che si era allontanato dalla propria abitazione senza alcuna giustificazione valida, contravvenendo così alle misure restrittive in vigore in quel momento per limitare la diffusione del contagio. Non solo: secondo quanto ricostruito dall’accusa, l’uomo stava anche circolando alla guida di un’automobile pur non essendo in possesso della patente, che gli era stata precedentemente revocata.
Fermato per un controllo di routine da una pattuglia della polizia stradale a Pratola Peligna, il 37enne aveva tentato di aggirare i controlli fornendo false generalità agli agenti, dichiarando di essere suo fratello. Una manovra che però non è sfuggita agli inquirenti, i quali hanno poi ricostruito l’identità reale del conducente, facendo scattare le conseguenti indagini e l’azione giudiziaria.
Il processo si è concluso con la condanna dell’imputato a un anno e sei mesi di reclusione. La sentenza, emessa dalla giudice Francesca Pinacchio, ha riconosciuto la responsabilità dell’uomo per i reati di sostituzione di persona e violazione delle normative anti-contagio, ritenendo la condotta particolarmente grave alla luce del contesto emergenziale in cui è maturata.
Si tratta di un episodio che mette in evidenza come, anche nei momenti più delicati per la collettività, non siano mancati tentativi di eludere le regole, mettendo a rischio la sicurezza pubblica e compromettendo gli sforzi collettivi di contenimento del virus.