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L’AQUILA – Alcuni dipendenti dell’Ufficio delle Dogane dell’Aquila hanno inviato una lettera per denunciare le conseguenze della riforma organizzativa dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Secondo i lavoratori, l’Abruzzo è tra le regioni più penalizzate: a fronte di quattro province, è previsto un solo Ufficio Accise, Dogane e Monopoli (UADM) di livello dirigenziale, con sede a Pescara. L’Aquila, unico capoluogo di regione in Italia, non avrà un proprio UADM, ma soltanto un Ufficio Antifrode regionale, con funzioni limitate di indirizzo e coordinamento.

Nell’attuale sede aquilana e nella sezione di Avezzano operano 45 unità di personale che, con la nuova riorganizzazione, finiranno sotto la gestione di un unico dirigente a Pescara, chiamato a coordinare circa 180 dipendenti.

Le organizzazioni sindacali avevano proposto la trasformazione dell’Ufficio delle Dogane dell’Aquila in un UADM “Gran Sasso d’Italia” con competenza sulle province di L’Aquila e Teramo, seguendo il modello già adottato per altri enti ministeriali e le Camere di Commercio. La proposta, però, è stata respinta senza motivazioni sostanziali.

Per i lavoratori, la scelta dell’Agenzia rischia di allontanare cittadini e operatori dalle istituzioni, costretti a rivolgersi a Pescara per autorizzazioni, pareri e ricorsi presso gli organi di giustizia tributaria. Inoltre, la presenza di due aree territoriali nella stessa provincia potrebbe generare sovrapposizioni e, nel tempo, la soppressione di uno degli uffici.

I dipendenti ricordano che nel febbraio 2024, durante un incontro a Roma, era stato promesso il potenziamento della sede aquilana, con l’istituzione sia di un UADM del Gran Sasso sia dell’Ufficio Antifrode regionale. Promesse, sottolineano, disattese.

“Questa riforma – scrivono – non solo creerà disagi agli operatori, ma ridurrà anche le competenze e le prospettive professionali del personale in servizio a L’Aquila. Chiediamo alla politica di unirsi per difendere il territorio e di trovare una soluzione che garantisca pari dignità all’Abruzzo”.

I lavoratori annunciano infine la possibilità di ricorrere agli strumenti legali a tutela dei propri diritti.

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