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SULMONA – Due anni di reclusione con pena sospesa, 800 euro di multa e il pagamento delle spese processuali. Questa la condanna inflitta dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona a un uomo accusato di tentata estorsione, diffusione illecita di immagini intime (revenge porn) e simulazione di reato. La sentenza è stata emessa mercoledì, al termine del processo celebrato con rito abbreviato.

La vicenda risale all’autunno del 2023, quando l’ex compagna dell’imputato ha deciso di denunciare l’uomo dopo ripetute pressioni e minacce. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, l’uomo avrebbe minacciato di diffondere video e immagini private a sfondo sessuale nel tentativo di ottenere denaro e altri vantaggi. Le indagini, avviate dopo la denuncia, hanno portato al sequestro dei dispositivi elettronici di entrambi, come telefoni cellulari e computer, che sono stati sottoposti ad analisi dalla polizia giudiziaria.

Parte delle conversazioni utili all’indagine era stata cancellata, rendendo necessario l’intervento di un perito per recuperare i dati e ricostruire il quadro dei rapporti tra i due. Tra le accuse contestate, anche quella di aver preteso che la donna "ripagasse" un prestito con prestazioni sessuali. Quest’ultima accusa, così come quella di violenza sessuale, non ha retto in aula: il giudice, su richiesta della Procura, ha disposto l’assoluzione per questo capo d’accusa.

Resta invece la contestazione relativa al revenge porn, reato introdotto di recente nell’ordinamento italiano per tutelare le vittime della diffusione non consensuale di immagini sessualmente esplicite. Il caso ha generato attenzione anche per la crescente incidenza di episodi simili, che spesso espongono le vittime a gravi conseguenze emotive e sociali.

La pena inflitta, sebbene sospesa, rappresenta un chiaro segnale da parte della giustizia contro chi utilizza contenuti personali per esercitare pressioni o vendette nei confronti di ex partner.

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